– Volete vivere insieme molti anni, amandovi, senza avere figli? Vi approvo con tutto il cuore. Ditemi le ragioni.
– Per non avere rimorsi…
– Bene. Precisate meglio.
– Per non accrescere il dolore e la vergogna del mondo. Perché non ci sia qualcuno in più a fare il male o a patirlo.
– Benissimo. Ma specialmente vi angoscia il presente, immagino, e posso ben capirvi. Siamo nel 1987 e il dominio di certe oscure forze, al lavoro da molto tempo, è diventato quasi assoluto.
– Sì, e noi lo vediamo e sappiamo. La nostra risposta è: almeno, i demoni non avranno i nostri figli.
– Che cosa temete, materialmente e spiritualmente, per loro?
– Tutto… L’aria infettata, le fughe radioattive e chimiche (più normali passeggiate, che fughe), l’alimentazione stravolta, l’acqua, l’allargarsi inesorabile del deserto, della civiltà come deserto, deserto senza confini, i giornali che leggerebbero… Deporremmo piumosità tarpate in uno spazio da ogni parte sbarrato, ci guarderebbero occhi strazianti di coniglio da esperimenti. Ma sì, tutto, tutto è da temere, e non è viltà temerlo, perché questo tutto è privo di crepe… Le violenze, il dispoglio di patria, gli organi strappati legalmente in giovani morti per utilizzarli in esperimenti, l’incombere del Gulag, l’asservimento all’economia industriale… E i brutti, avvilenti abiti che indosserebbero, la vista di alberi che non respirano più… e l’amore che non saprebbero più né dare né ricevere… Gli sfuggirebbe il senso della poesia, della poesia come rivelazione e pensiero… Non sapremmo come fare a spiegargli: guarda che questo è divino, che questo non è culturale…
– Oh sì. Certo… Chi oserebbe replicarvi qualcosa, che non fosse ispirato dallo stesso male da cui voi volete proteggere i vostri non nascituri, molto attivo nel persuadere qualsiasi cosa? La terra è sempre stata un luogo inospitale e terribile, ma vederla trattare così, con tanta brutalità, da sterminate legioni di cannibali… C’è altro, ancora, che vi angoscia?
– C’è la scuola, la scuola come obbligo, come prigione mentale. Basterebbe questo. Come tollerare di mandarci degli esseri indifesi, di saperli chiusi là dentro, la loro mente confusa messa a friggere in quelle sudicie padelle… Perché sappiamo quanto vigliaccamente li corromperebbero quei libri, quelle bocche, quella scienza. E come sottrarli? Dappertutto è scuola, il carcere scolastico ti segue come un agguato in qualunque posto. E poi l’Università, un concentrato di deliri, Zecca di libri falsi, anticamera dell’inferno tecnico, martello di orizzonti ciechi… No, rinunceremo ad aver figli, ma ameremo e cureremo come potremo le vittime dell’uomo: animali, alberi, bambini. Agli ultimi fiori nati liberi, insegneremo l’ultimo latino.
– M’inginocchio davanti a voi e mi alzo per benedirvi. Non sarete mai sterili, mai soli, e un Dio «clemente e misericordioso» non potrà che perdonarvi di non aver ottemperato alla mitzvà della procreazione. Sterile d’anima è oggi chi coscientemente procrea, arido chi dà creature a un deserto ben più crudele di quello dei nomadi semiti, che poteva ancora miracolosamente fiorire. E disumano e colpevole è chi consegna i suoi figli alla violenza che è la Scuola, col pretesto veramente ignobile che, in caso contrario, non saprebbe dove metterli e in che cosa occuparli. Sicuramente voi entrerete tra i Giusti.
Tratto da: Guido Ceronetti, Pensieri del Tè
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