L’intellettuale di sinistra si nota subito. Ha, nel dire le cose, quel giusto distacco che nobilita. E elegante, ha un buon reddito, la erre arrotata. L’intellettuale di sinistra ha sempre ragione, dispensa la verità. E ferocemente “anti”: anti-razzista, anti-nazista, arti-fascista e, qualche volta, anche anti-comunista. Mai anti-capitalista. L’intellettuale di sinistra conosce il popolo come le sue tasche, sempre piene. Lo osserva dal suo attico durante le manifestazioni. L’intellettuale di sinistra è schierato dalla parte del Bene e del suo editore. Ha studiato molto e si pone verso la realtà con il giusto distacco. Scrive libri per editori piduisti e tiene tavole rotonde in canali televisivi fuorilegge. L’intellettuale di sinistra è apprezzato dai partiti per la sua schiena d’asino e dagli editori privati per la sua flessibilità. L’intellettuale di sinistra ha moti di stizza, giustificabili, se la pubblica opinione non coincide con la sua. Può allora perdere il controllo e chiamare i cittadini qualunquisti e demagoghi. Le parolacce turbano l’equilibrio delicato dei suoi pensieri.
Beppe Grillo
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