Arsenij Tarkovskij

Primi incontri

Dei nostri incontri ogni momento noi
festeggiavamo come epifania,
soli nell’universo tutto. Tu
piú ardita e lieve di un battito d’ala
su per la scala, come un capogiro
volavi sulla soglia, conducendomi
tra l’umido lillà, dentro il tuo regno
che sta dall’altra parte dello specchio.

Quando scesa la notte, a me la grazia
fu elargita, le porte dell’altare
si aprirono, nel buio prese luce
e lenta si chinò la tua nudità.
[…]

Sulla terra tutto fu trasfigurato,
anche le cose semplici – il catino,
la brocca – e tra noi di sentinella
stava l’acqua dura e stratiforme.

Chissà dove fummo sospinti,
dinanzi a noi s’aprivano miraggi
di città costruite per prodigio,
solo la menta si stendeva sotto i piedi
gli uccelli erano compagni di viaggio
i pesci balzavano dal fiume
il cielo si dispiegava ai nostri occhi…

Quando il destino seguiva i nostri passi
come un pazzo con il rasoio in mano.

E lo sognavo, e lo sogno,

E lo sognavo, e lo sogno,
e lo sognerò ancora, una volta o l’altra,
e tutto si ripeterà, e tutto si realizzerà,
e sognerete tutto ciò che mi apparve in sogno.

Là, in disparte da noi, in disparte dal mondo
un’onda dietro l’altra si frange sulla riva,
e sull’onda la stella, e l’uomo, e l’uccello,
e il reale, e i sogni, e la morte: un’onda dietro l’altra.

Non mi occorrono le date: io ero, e sono e sarò.
La vita è la meraviglia delle meraviglie, e sulle ginocchia della meraviglia
solo, come orfano, pongo me stesso

solo, fra gli specchi, nella rete dei riflessi
di mari e città risplendenti tra il fumo.
E la madre in lacrime si pone il bimbo sulle ginocchia.

Una bianca, bianca giornata

“Sta una pietra presso il gelsomino.
Un tesoro c’è sotto la pietra.
Mio padre è sul sentiero.
È una bianca, bianca giornata.

Il pioppo d’argento è in fiore,
la centifoglia e dietro a lei
le rose rampicanti,
l’erba lattescente.

Non sono mai stato
piú felice di allora.

[…]

Là non si può ritornare
e neppure raccontare
com’era colmo di beatitudine
quel giardino di paradiso.

Vita, vita

Ai presentimenti non credo e i presagi
non temo. Né calunnie né veleni
io fuggo. Sulla terra non esiste la morte.
Tutti siamo immortali. Tutto è immortale.
non bisogna temere la morte né a diciassette anni
né a settanta. Esistono soltanto la realtà e la luce.

Lo specchio

(1974)

Titolo originale: Zerkalo
Fotografia: Georgij Rerberg
Musica: Eduard Artem’ev
Produzione: Mosfilm, IV Unità Artistica
colore (Sovcolor) e B/N, cinemascope
durata: 105′

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