29 Improvviso il mille novecento cinquanta due passa sull’Italia: solo il popolo ne ha un sentimento vero: mai tolto al tempo, non l’abbaglia la modernità, benché sempre il più moderno sia esso, il popolo, spanto in borghi, in rioni, con gioventù sempre nuove – nuove al vecchio canto – a ripetere ingenuo quello che fu.…
Categoria: Italia
Je ne suis pas un artiste, mais j’ai la mémoire des fleurs
«Scrivere del male è angelico. Ma ci sono fatti, come Auschwitz, per i quali la parola non pareggia il male. Le distruzioni dell’Isis? In Italia non siamo terroristi, ma non vedo che devastazioni, a cominciare dalla nostra lingua. La bellezza bussa alla porta ed è come se in casa non ci fosse nessuno». Alla soglia…
Dobbiamo disobbedire
«Questa volta non risponderò ad personam, parlerò a tutti, in particolare però a quei lettori che mi hanno aspramente rimproverato due mie frasi: «I poveri hanno sempre ragione», scritta alcuni mesi fa, e quest’altra: «il rimedio è la povertà. Tornare indietro? Sì, tornare indietro», scritta nel mio ultimo articolo. Per la prima volta hanno scritto che…
L’Idiota dice che la Bellezza salverà il mondo
/ L’Idiota dice che la Bellezza salverà il mondo, Eraclito che verrà il Fuoco per giudicarlo. Dai segni che vedo, dalle tracce che scopro, da quel che indovino nell’ombra del perduto, la Bellezza è un Messia venuto; e il mondo non è stato salvato, la tenebra non poteva afferrare la luce, solo farla simbolicamente morire.…
Pensieri del Tè
466. A cena da Cesaretto (5 agosto 1980) […] Ho frequentato Cesaretto con una certa assiduità tra il 1965 e ‘70, mai una sola volta che non mi appioppasse bruciori e difficoltà gastriche, pur nei limiti di una zuppa e di un piatto di legumi, a volte con frittatina. Gustosi, non volgari, quei piatti: però del cucinato di cui, sinceramente, chi ama se stesso è meglio non si fidi. Economicissimo, onestissimo, ma attenti ai suoi fritti, alle sue crocchette, alle sue besciamelle. Insomma, cucina comunissima, però fatta e servita con simpatia umana, e la simpatia migliora tutto eccetto il pane e il vino. […] (p. 20)
La sera scende sulle colline
La sera del 19 giugno (sera per modo di dire, essendo il cielo chiarissimo e il sole ancora fisso a mezzo il mare, con uno sguardo intento), presi un tram della linea 3, che percorre tutta la Riviera di Chiaia e termina a Mergellina, sedetti in un angolo, vicino a una donna senza naso, che…
Serge Latouche
La distruzione delle città in tempo di pace – con l’esplodere dei vecchi centri storici, la speculazione immobiliare sfrenata che caccia i ceti inferiori e medi verso le periferie, il proliferare dei centri commerciali, l’estensione delle zone residenziali, l’emergere dei grattacieli, la lacerazione dello spazio dalle autostrade e la proliferazione dei non-luoghi (stazioni, aeroporti, ipermercati, ecc.), l’asfissia del traffico automobilistico – è uno dei sintomi di una crisi più ampia generata dalla “super” o “iper” modernità (parola che trovo più giusta di “post”-modernità).
Venezia, una macchina per pensare.
“Ghetto” è una parola veneziana, poi diventata universale. Significava “fonderia”, e fu in quell’area, dismessa quando le sue funzioni produttive si spostarono all’Arsenale, che gli ebrei vennero insediati nel 1516. In un saggio ammirevole (nel volume Lo straniero, trad. it. 2014), Richard Sennett ha scritto che l’esperienza degli ebrei nel ghetto veneziano indicò un modo…
FRANK LLOYD WRIGHT A FIESOLE
“L’esilio volontario”, come lo definisce lo stesso Wright, cominciò a Berlino dove si recò, appena sbarcato in Europa, per revisionare il volume Ausgeführte Bauten und Entwürfe von Frank Lloyd Wright. La prima edizione del libro sull’opera del maestro americano uscì nel 1910, immediatamente seguita da una seconda l’anno successivo. Il libro e la contemporanea grande…
Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci Marianna
La marchesa Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci nacque il 3 febbraio 1835 in una famiglia della vecchia aristocrazia toscana. La madre fu Giulia De Saint Seigne e il padre marchese Ferdinando Panciatichi. Fin dal 1644 esistono testimonianze degli interessi naturalistici coltivati nella villa della famiglia dei Panciatichi a Novoli. Del Settecento è l’Hortus Panciaticus di…
Codice della vita italiana
C’è molta amarezza, in espressioni che han l’aria (soltanto l’aria, purtroppo) del paradosso. Amarezza e, qualche volta, disperazione. Quando si vive in Italia, più d’una volta accade di domandarsi perché non si prende il primo piroscafo che parte per il nuovo mondo, dove, molto lontani, attraverso il velo della poesia, e senza alcun contatto con…
Dino Campana
Il popolo d’Italia non canta più. Non vi sembra questa la più grande sciagura nazionale? Dino Campana. 1914
UN CAMPO BASTA A UN RE
Eh, sì. Sarà amaro constatarlo, ma è così. Forse tra qualche anno la situazione cambierà, nella stretta di una irresistibile fatale Necessità, ma per ora… Ad una richiesta di Carlo Petrini, fatta a quattrocentocinquanta giovani, quanti di loro avrebbero desiderato dedicarsi all’agricoltura, due soli diedero risposta positiva: due soli. Se saranno stati un ragazzo e…
Salvatore Settis
Capitolo primo Una bomba a orologeria 3. Tre paradossi Proviamo a elencare, senza troppi commenti, tre dati di fatto che sono nel nostro Paese altrettanti elementi di forte contrasto. Primo dato di fatto. L’Italia, questo lo sanno tutti, ha da anni il più basso tasso di crescita demografica d’Europa, e uno dei più bassi del…
Dacia Maraini
«“La senia o noria oggi in disuso, era costituita da un sitema di secchielli inseriti in un nastro a catena che ruotavano con un congegno meccanico, a trazione animale (di solito asino o mulo) a mezzo di una manovella girata a mano per tirare dai pozzi l’acqua per l’irrigazione dei campi”, leggo nel libro di…
Migranti e prediche
Per la loro lettura, la sopravvivenza dei giornali quotidiani riposa sugli approfondimenti ben rigirati, gli inviati sul posto e, su tutto, i temi d’interesse generale.Temi reiterati sempre, anche senza sostegno della notizia. Uno di questi è l’immigrazione numerica, non ne contiamo le branche. Ma che cosa vogliamo? Guerre, per spostare frontiere, non se ne fanno…
Grazia Deledda
“Noi siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d’oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti…
Walter Benjamin
Napoli (…) Le descrizioni fantastiche di numerosi viaggiatori hanno colorato la città. In realtà essa è grigia: di un rosso grigio o ocra, di un bianco grigio. E assolutamente grigia in confronto al cielo e al mare. Il che contribuisce non poco a togliere piacere al visitatore. Poiché per chi non coglie le forme, qui…
Nadia Breda
Un ritratto dell’ambiente veneto e delle sue trasformazioni attraverso le voci dei protagonisti, raccolte e analizzate dal punto di vista antropologico: attivisti dell’ambiente, cittadini, scrittori, registi, industriali, amministratori, urbanisti. Viene narrato il disagio della degradazione del paesaggio, ma anche le riflessioni nate proprio da tale disagio, i testi che lo narrano, alcune pratiche di compensazione della perdita del paesaggio (i “giardini di Lilliput”, i “custodi della notte”), i nuovi concetti adoperati per la lettura della regione (“dal terzo Veneto al terzo paesaggio”). Il testo si conclude con il racconto delle azioni dei gruppi di “rospisti” dediti alla salvaguardia di animali dalle stragi sulle strade, a testimonianza del conflitto sempre aperto intorno a quei nodi cruciali e sacrificali del paesaggio che sono le strade.
Luigi Pirandello
E mi svolse (fors’anche perché fossi preparato a gli esperimenti spiritici, che si sarebbero fatti questa volta in camera mia, per procurarmi un divertimento) mi svolse, dico, una sua concezione filosofica, speciosissima, che si potrebbe forse chiamare lanterninosofia. Di tratto in tratto, il brav’uomo s’interrompeva per domandarmi: – Dorme, signor Meis? E io ero tentato…
Giorgio Bassani
«Volle essere Micòl a mostrarmi il giardino. Ci teneva. “Mi sembra di averne un certo diritto”, aveva sogghignato, guardandomi. Il primo giorno, no. Avevo giocato a tennis fino a tardi, ed era stato Alberto, quando aveva smesso di combattere con la sorella, ad accompagnarmi fino a una specie di baita alpina in miniatura, seminascosta in…
Where Enel is, is the devastation.
Where Enel is, is the devastation. The landscape is shocked and feverish. The tower is huge and many ants struggle to serve it. Work is underway on a river port to receive oil and coal by water. In Ostiglia, not far away, another coal-fired power plant sends its fumes up here, so Sermide will have…
Giardiniere metropolitano
Ippolito Pizzetti amava definirsi un dilettante. Raccontava di essere arrivato ai giardini per caso, come Vita Sackville West o l’austriaco Rudolf Borchardt. Aveva dato vita a raffinati giardini, ma rifiutava di definirsi architetto del paesaggio. Del resto la sua formazione era stata letteraria: una laurea su Pavese con Sapegno, traduzioni da Max Frisch, seminari ad…
Marguerite Yourcenar
TACCUINI DI APPUNTI Questo libro è stato concepito, poi scritto, tutto o in parte, sotto diverse forme, tra il 1924 e il 1929, tra i miei venti e venticinque anni. Quei manoscritti sono stati tutti distrutti. Meritavano di esserlo. Ritrovata in un volume della corrispondenza di Flaubert, molto letto, molto sottolineato verso il 1927, la…
Telefono fisso è bello
Una lava di umanità inghiottita dal demone del cellulare. Tutti ne sono schiavi, me compreso me Conservare il telefono fisso nella propria casa, come nella bottega artigiana e commerciale, è bello. Si guadagna in libertà, indipendenza e salute. Nel commercio dovrebbe essere obbligatorio; il pretesto per toglierlo che il fine sia “per meno spendere” è…