….. Dio com’è bello il vento svelato dall’agitarsi frenetico delle foglioline del tremolo, ora un grande albero, ma quando lo trovai un fusticino nato per caso dentro un vaso di Cistus ladanifer. Era l’inizio della trasformazione di un podere abbandonato in giardino, un ettaro e mezzo di tabula rasa dove permettersi il lusso di sistemare qualsiasi trovatello. Ora è tutto cambiato: finita l’epoca della clemenza, chiunque abbia l’ardire di spuntare va estirpato senza pietà. Non ci sono più posti liberi, la popolazione ha raggiunto il climax. Non resta che la strage degli innocenti. Non più nascite accolte, ormai. Solo la maturità, splendida, dei fusticini di un tempo …..
….. Quanti rischi nella vita di una farfalla. Una vanessa dalle ali di un vivo rosso cinabro su fondo nero entra per sbaglio nel mio studio. Cerca invano di attraversare la vetrata, sbatte disorientata le ali. Più tardi, all’imbrunire, si scaglia contro la luce dello schermo. Chiudo il computer e apro la porta, perché si diriga fuori, verso quel che resta del giorno. Sennonché Macchia, messa sul chi vive dallo sbatter d’ali, è appostata in posizione di caccia. Ben due volte temo se ne sia fatta un boccone. È andata così, mi dico, quando mi accorgo che invece la vanessa si è salvata. In ritardo, vola verso la porta ormai chiusa. Riapro, cerco di indirizzarla fuori con la stanghetta degli occhiali. Invano. Chiudo un’anta e apro l’altra, poi gentilmente con una canna la invito a uscire. Questa volta capisce. La vedo levarsi alta in volo. Me ne resta un senso di turbamento. Contingenza del nostro essere al mondo: all’incrocio imprevisto, apparentemente fortuito, di catene causali diverse. Dal loro intersecarsi le possibilità di vita possono venire accresciute oppure scemare. Le zanzare, per esempio: di cosa si nutriranno quando non trovano nessuno da pungere? …..
Tratto da: Pia Pera, Al giardino ancora non l’ho detto, Ponte alle Grazie Editore.
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