La Piave

La Piave è un processo di conoscenza, esplorazione, di ricerca-azione fatta con i piedi e con gli occhi, attraverso le mani: 220 km di viaggio in un territorio acquatico imprendibile, cangiante, in cui micro e macro si fondono, dialogano tra scienza e natura, rappresentazione e racconto. La Piave è il desiderio di fiume, delle sue sponde, di poterlo vivere come luogo di aggregazione e d’incontro: è la necessità di ritornare a navigarlo, di starci dentro, come un ventre materno. La Piave è la ricerca di un’identità, dell’essere fiume che vuole ritrovare il suo spazio fisico di movimento, riaffermando una dimensione unitaria, una giacitura in cui far convivere molteplici azioni umane, in equilibrio.
 
 
L’Associazione VERDI ACQUE nasce con l’idea di svolgere attività di salvaguardia, ricerca, progetto, nei paesaggi fluviali, nei territori attraversati da vie d’acqua, con le comunità che li abitano; Promuovere l’interesse legato ai paesaggi acquatici come portatore di cultura, tradizioni, identità proprie, nel rispetto delle tradizioni delle comunità locali, autoctone, che li abitano, per garantire la crescita naturale degli habitat animali e vegetali che li compongono, creando rinnovate forme di sviluppo sostenibile, attraverso la condivisione di meccanismi di crescita eco-solidale; Valorizzare le idrovie e le attività di navigazione, di mobilità plurale tra acqua e terra quali componenti identitarie, vitali ed integranti il paesaggio d’acqua in una dimensione di sostenibilità ambientale, culturale e di economia locale sussidiaria alle comunità fluviali; Sostenere il pieno rispetto delle diversità culturali che compongono i territori portatori d’acqua, in un’ottica di scambio e confronto tra le distinte società presenti, per la formazione di una coscienza critica dei suoi abitanti sui temi del medio-ambiente e dello sviluppo sostenibile, e l’acquisizione di una responsabile visione di turismo comunitario; Favorire momenti di incontro (convegni-conferenze-mostre-eventi) e progetti di ricerca applicati sul campo, tra l’associazione VERDI ACQUE e le università, amministrazioni, istituzioni, enti, comunità, associazioni, aziende, che operano nei paesaggi acquatici, per contribuire in modo propositivo alla discussione e al dibattito sulla formazione di nuovi modelli di conoscenza e progetto dei territori, rispetto alle ricerche contemporanee in atto, come allo sviluppo di nuovi modelli ambientali, sia in senso produttivo (economie locali) che in senso antropologico e sociale che culturale, attraverso interventi site-specific realizzati in accordo con le comunità locali e le amministrazioni che le governano; Educare alla cultura dell’acqua i cittadini che usufruiscono di questi ambiti territoriali, con l’obiettivo del raggiungimento della piena coscienza di tale bene primario; Collaborare in modo attivo con tutte le amministrazioni, università (centri di ricerca), istituzioni, enti, comunità, associazioni, aziende, che operano nel campo del paesaggio acquatico con le medesime finalità di VERDI ACQUE, in tutto il mondo.

Per raggiungere tali fini l’associazione si doterà di tutti gli strumenti necessari: la gestione di siti web e piattaforme multimediali; la promozione di eventi pubblici (conferenze-convegni-esposizioni); l’edizione e la cura di pubblicazioni multimediali; la creazione di materiale documentale visivo per la diffusione e conoscenza dei progetti realizzati sul campo; la creazione di attività di formazione specifica (seminari-corsi)e in generale ogni altro strumento idoneo al raggiungimento dei fini di cui sopra.

VERDI ACQUE pratica l’esplorazione, l’attraversamento fisico dei paesaggi acquatici come forma di conoscenza primaria dei territori nei quali opera, ed utilizzando diverse modalità espressive, legate alla multidisciplinarietà della cultura contemporanea, restituisce progetti e visioni, che nascono dalla processualità (il viaggio – la condivisione – l’ascolto – il dialogo) strumenti fondanti per la partecipazione attiva delle comunità.

Verdi Acque è progetto di Alessandro Mason e Alessio Guarino con la collaborazione di Elisabetta Bianchessi e Susanna Ravelli

 

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