Sarebbe una bella cosa se, a partire da una certa età, si diventasse di anno in anno più piccoli e si ripercorressero all’indietro gli stessi gradini su per i quali ci si è arrampicati una volta con orgoglio. Cariche e onori dell’età dovrebbero però restare come oggi; così, persone piccole piccole, alte come un bambino di sei o otto anni, verrebbero considerate le più sagge, le più esperte. I re più vecchi sarebbero i più piccoli; in genere si avrebbero solo dei papi piccolissimi; i vescovi guarderebbero dall’alto in basso i cardinali, e i cardinali il papa. Nessun bambino potrebbe più augurarsi di diventare qualcosa di alto. La storia, diventando vecchia, perderebbe importanza; si avrebbe l’impressione che avvenimenti di tre secoli fa si siano svolti tra creature simili a insetti, e il passato avrebbe la fortuna di essere finalmente negletto.
La parola libertà serve a esprimere una tensione importante, forse la più importante. L’uomo vuole sempre andare via, e se il luogo dove si vuole andare non ha nome, se è indefinito, senza confini, allora lo si chiama libertà.
L’espressione spaziale di questa tensione è il violento desiderio di valicare un confine, come se non ci fosse. La libertà nel volo si estende sino all’antico, mitico sentimento dell’ascesa verso il sole. La libertà nel tempo è il superamento della morte, e si è già soddisfatti anche soltanto quando si riesce a spostare la morte sempre più in là. La libertà fra le cose è il dissolversi dei prezzi, e il prodigo ideale, un uomo molto libero, desidera più di ogni altra cosa una variazione dei prezzi inaudita, senza alcun criterio, una loro fluttuazione sregolata, come soffia il vento, mai influenzabile e mai veramente prevedibile. Non esiste libertà «per qualcosa»; la sua grazia e la sua felicità sono la tensione dell’uomo che vuole oltrepassare le proprie barriere e ogni volta fissa questo suo desiderio sulle barriere più maligne. Uno che voglia uccidere ha a che fare con le terribili minacce che accompagnano il divieto di uccidere, e se non fosse tanto tormentato da quelle minacce si sarebbe certo caricato di tensioni più felici. – L’origine della libertà sta però nel respirare. Chiunque ha potuto respirare qualsiasi aria, e la libertà di respirare è l’unica che fino ad oggi non sia stata realmente distrutta.
Tratto da: Elias Canetti, La provincia dell’uomo, Adelphi