Le Fragranti Camelie Autunnali ( Camellia sasanqua s.l )

Sol te, priva d’odor fredda bellezza
marmorea, preziosa, e alle superbe
figlie di lusso prediletta, io taccio
insipida Camelia ..
E.Nencioni, 1870

PREMESSA

Parlare ancora di camelie (Camellia sp. pl.) in lucchesia, dove ormai proprio in questo territorio da molti anni sono state condotte ricerche ed organizzate Mostre annuali e Convegni sul tema ”Camelie”, può sembrare in effetti un argomento di scarso interesse se non per gli ”addetti ai lavori”.

Ma le camelie non finiranno mai di sorprenderci: non a caso, in varie parti del mondo, vengono definite come le più belle piante create dal Padreterno…

Le camelie di questo gruppo, in effetti, stupiscono l’appassionato del mondo verde per due insolite caratteristiche: il periodo di fioritura – da ottobre a gennaio – ed un’altra prerogativa, che per anni si è creduto non appartenere a questo gruppo di piante, come si può dedurre dal brano del poeta E. Nencioni precedentemente citato: Sol te, priva d ‘odor fiedda bellezza. / marmorea, preziosa, e alle superbe / figlie del lusso prediletta, io taccio / insipida Camelia… Ebbene, queste camelie sono profumate, e di un profumo, particolarmente delicato, che fa ricordare le lontane regioni orientali.

MA DI QUALI CAMELIE SI TRATTA?

Tutte le camelie con tali prerogative vengono definite collettivamente CAMELIE SASANQUA; a questo gruppo afferiscono numerosi ibridi (oltre 300!) ottenuti generalmente da specie differenti, ed esattamente fra la Camellia sasanqua Thunb., ed altre due entità – frutto anch’esse di incroci fra C. sasanqua e C. japonica – la Camllia x himaalis  Nak. e la Camellia x vernalis (Mak.) Mak.

In Giappone, luogo di origine di questo gruppo di camelie, esse sono note sino dall’antichità, allo stesso modo della più nota Camellia japonica L., e con le foglie, analogamente alla camelia del tè (Camellia sinensis (L.) Kuntze), veniva preparata una bevanda molto simile al tè, ma di qualità inferiore, per i ceti meno abbienti. Attualmente, con i fiori essiccati di queste camelie, si usa solo aromatizzare la nota bevanda.

Anche i semi, che queste producono copiosamente, sono stati impiegati per secoli ed hanno dato origine a fiorenti industrie. Da essi infatti è possibile ricavarne un olio, analogamente ad altre specie di camelie, dal notevole potere e dai molteplici impieghi.

Veniva utilizzato, prima della scoperta dell’ olio di balena o degli olii fossili, per illuminazione, ma in particolare era impiegato per cucinare e nella cosmesi; non c’era giapponese di un certo livello che non si ungesse i capelli con il profumato olio di camelia!

I semi vengono attualmente utilizzati, oltre che per l’estrazione dell’olio che è ancora impiegato nella cosmesi e soprattutto come lubrificante in micromeccanica ed in missilistica, anche nell’artigianato turistico per preparare collane, braccialetti, anelli e souvenir di vario genere.

QUALI SONO LE CAMELIE CHE FANNO PARTE DI QUESTO GRUPPO

La specie principale che compone questo gruppo di Camelie e che a questo ha dato il nome, è la Camellia sasanqua Thunb.; si tratta di un arbusto o piccolo albero sempreverde che cresce, allo stato spontaneo, nelle foreste di sclerofille del sud del Giappone, nei distretti di Shikoku, Kyiishii ed altre piccole isole a sud di Okinawa, ad una altitudine spesso superiore ai 90om.

Quest’ultimo dato può indurre ad errate interpretazioni a proposito della rusticità: infatti questa camelia, pur essendo perfettamente rustica nei nostri climi, sopporta meno il freddo della più nota Camellia japonica L.

I giapponesi chiamano questa specie Samnkwa che significa “fiore del tè di montagna”, e da questo nome è stato poi tratto quello specifico sasanqua. Le foglie sono ellittiche od oblunghe, ed hanno apice acuminato e base cuneata, mentre il margine è crenato e dentato; sono più piccole (4-6 x 1,5-3 cm) di quelle della C. japonica.

Di colore rossastro e inizialmente tomentose, come del resto i giovani getti, hanno inoltre venature prominenti anch’esse tomentose (in particolare nulla pagina inferiore); sono di colore verde scuro e lucido superiormente, più chiare al rovescio e portate da un corto picciolo (3-5 mm).

I fiori, delicatamente profumati e piuttosto grandi (4-8 cm), sono protetti da squame, caduche al momento che questi si schiudono – cosa quest’ultima che avviene fra la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno – e vengono prodotti nella parte terminale dei rami.

Portati da un corto peduncolo, i fiori sono composti da 5-8 petali bianchi o rosa, piuttosto grandi (3,5 x 2 cm) di forma irregolare, spesso ovata od ovato-cuneata, con apice arrotondato e spesso increspati: dal centro del fiore si innalzano poi gli organi riproduttivi, che sono costituiti da un gruppo assai numeroso di stami gialli, uniti alla base, che portano antere anch’esse di colore
giallo dorato.

L’ovario è sericeo, generalmente sormontato da uno stilo e da uno stimma trilobato; i frutti sono capsule globose che si fendono a maturità, con 1-3 loculi, contenenti !, 2 ed a volte anche 3 semi.

LE ALTRE SPECIE

Le altre Camelie che formano nel loro insieme il gruppo suddetto, sono la Camellia x himealis Nak., chiamata in Giappone Kan Tsubala’ che significa Camelia del freddo” e la Camellia x wrnalis (Mak) Mak. definita ancora in Giappone Haru Tsubala’, “Camellia sasanqua primaverile”.

La prima di esse (Camellia x him/is), non è nota allo stato spontaneo; sembra importata in Giappone da Shanghai, ed è probabilmente. come già accennato, un ibrido fra C. sasanqua e C. japonica; è un arbusto – raramente un piccolo albero – a portamento piuttosto espanso e con foglie simili a quelle della C. sasanqua, ma leggermente più grandi (6-9 x 3-4 cm).

I fiori sono sessili, anch’essi simili a quelli della C. sasanqua, ma di dimensioni minori (intorno ai 5 cm) e con tonalità di colori simili, anche più scuri (bianco, rosa o rosso). Si schiudono proprio nei mesi invernali, e quindi è una pianta da utilizzare nei giardini in quelle località ove il clima non sia eccessivamente rigido.

L’altra entità che forma questo gruppo (Carmellia x vernalis), è anch’essa non nota allo stato spontaneo ed ha quali probabili genitori, come la precedente, la C. sasanqua e la C. japonica; si tratta di un arbusto di piccole dimensioni, con foglie più strette rispetto alla C. sasanqua (4-7,5 x 1,5-3 cm), mentre l’apice è bruscamente acuminato. I fiori sono semidoppi, piuttosto
grandi (6-7 cm), bianchi o talvolta rosati, e si schiudono fra la metà dell’inverno fino alla primavera; è più resistente al freddo delle altre due, e può fiorire senza problemi anche in climi più rigidi.

UN PO’ DI STORIA

Il gruppo delle cosiddette ”CAMELIE SASANQUA”, oggi composto da diverse centinaia di cultivar, sono note in Giappone sino da tempi assai lontani. La loro presenza è ben documentata nel periodo Muromachi (14° secolo) e vi sono alberi di questa camelia ancora vegetanti nei giardini dei templi di Kyòtò con un’età stimabile intorno ai 400 anni.

Si parla poi di questa particolare camelia in diverse opere, fra cui l’Anthology of Beautiful Flowers (1684) e in un’altro testo del 1739, il Golden Flowers and Plants, vi sono già citate un centinaio di cultivar.

Anche se le “Camelie sasanqua” sono note in Europa sino da tempi assai lontani, bisogna attendere la seconda metà dell’800 perché essa arrivi fino a noi, importata – sembra – da viaggiatori tedeschi nel 1869.

In effetti la sua diffusione non ebbe grande successo dato che, nelle regioni centro e nord Europee, queste Camelie dovevano essere coltivate in serra poiché, provenendo appunto dalle regioni del sud del Giappone, non era specie perfettamente rustica e non era quindi possibile coltivarla in piena aria; solo in Italia, per il suo clima più mite, poté essere impiegata come pianta da giardino
ed ebbe, verso la fine dell’800, un discreto successo, anche perché la più nota Camellia japonica stava entrando in un periodo di decadenza.

CENNI SULLA COLTIVAZIONE

La coltivazione della ”Camellia sasanqua” non si discosta di molto da quella delle altre camelie, forse anche più facile. Preferiscono terreni tendenzialmente acidi, pur vegetando egregiamente anche in quelli neutri; è fondamentale che questo sia ben drenato e ricco di sostanza organica, e le concimazioni si effettuano all’atto dell’impianto con concimi organici ben decomposti o anche con appositi fertilizzanti per acidofile; è opportuno ripetere poi, alla fine dell’estate ed in primavera, un’ulteriore concimazione con gli appositi fertilizzanti anzidetti.

Notevole importanza riveste anche l’esposizione, che non deve essere mai troppo assolata, in particolare in pianura e in zone calde; l’ideale è una mezz’ombra, che escluda le piante dai raggi solari nelle ore più calde della giornata.

E’ opportuno annaffiare con regolarità ed in particolare in periodi siccitosi, con acqua il più possibile priva di calcare; per l’eventuale impianto nel giardino è d’obbligo prediligere, come per le altre camelie, siti ove le condizioni naturali favoriscono una certa umidità atmosferica.

LA PROPAGAZIONE

La propagazione di questo gruppo di Camelie si effettua in maniera analoga alle altre: per via gamica, cioè per seme, da porre in terrine prelevandolo appena maturo dalle piante (è fondamentale che il seme sia fresco o che venga conservato – sempre per tempi brevi – in sabbia umida ed in frigorifero).

La germinazione, se si rispettano tali condizioni, avverrà nell’arco di 20-40 giorni.

L’altro metodo di propagazione, detto agamico, avviene utilizzando una parte della pianta che vogliamo riprodurre; questo metodo permette soprattutto di riprodurre fedelmente (cosa che non avviene riproducendo per seme queste camelie) le caratteristiche della cultivar che ci interessa riprodurre. Le metodologie impiegate sono: talea, margotta e innesto.

Lc talee vengono prelevate da giovani getti appena lignificati, in genere in agosto 0 settembre (talee ”agostate”) ponendole poi, dopo un trattamento a base di ormoni che aiutano la radicazione, in un ambiente confinato saturo di umidità (serra, campana di vetro) ed innaffiandole regolarmente; radicheranno dopo circa un mese.

L’altro metodo – margotta – si usa su ramificazioni piuttosto grandi della pianta, facendo un’incisione anulare su un ramo ed asportando la corteccia per alcuni cm; si riveste poi la parte scortecciata con torba, muschio, ecc. e si ricopre poi il tutto, dopo averlo bene annaffiato, in un contenitore ermetico o fasciando la margotta con plastica in modo da evitare la traspirazione. Quando
le radici saranno evidenti all’interno dell’involucro – e questo avverrà dopo 2-3 mesi – si può tagliare la margotta e rinvasarla come una pianta autonoma.

L’innesto infine, si effettua spesso su piante nate da seme, in particolare quando la cultivar che vogliamo propagare ha un apparato radicale delicato. Si esegue solitamente in primavera e si usa la tecnica dell’innesto ”a spacco” od a corona”.

LE UTILIZZAZIONI DELLE “CAMELIE SASANQUA”

Le numerose cultivar ottenute in questo gruppo di camelie, fa si che vi si possano trovare piante adatte a molteplici utilizzazioni nell’ambito del giardinaggio o anche per altre finalità. Le cultivar di dimensioni minori sono infatti le più idonee alla coltivazione in vaso, e sono anche impiegate come piante da appartamento o da terrazzo. Un’altro impiego abbastanza diffuso di queste
piccole cultivar è quello di adoperarle per la realizzazione di bellissimi bonsai.

Ma l’utilizzo principale rimane pur sempre come pianta da giardino; gruppi di “Camelie sasanqua” che fioriscono scalarmente, ci possono regalare fioriture bellissime in un periodo dell’anno piuttosto avaro di fiori.

Inoltre, queste si prestano particolarmente ad essere con facilità e per lunghi anni coltivate in vaso, in modo da poterle utilizzare dove ci fanno più piacere, per esempio vicino alle abitazioni dove, in considerazione del microclima più protetto che si crea in tali ambienti, fioriranno molto più facilmente e senza subire troppi danni dal gelo.

Si potrà godere così, da ottobre a marzo/aprile, della bellezza di queste piante, che porteranno oltretutto nei nostri giardini un po’ di profumo d’oriente.

CULTIVAR REPERIBILI DI MAGGIOR INTERESSE

Con epoca di fioritura fra ottobre e novembre:

cv. ”Beatrice Emily”: fiore semidoppio, bianco violaceo;

cv. “Cleopatra”: fiori semplici, rosa molto intenso, portamento molto
compatto;

cv. ”Hind de Gumo”: fiori semplici di medie dimensioni, rosa in boccia,
poi bianco. Portamento espanso;

cv. “Jean Ma)”: fiore doppio, rosa, con portamento espanso;

cv. ”Iuletide”: fiore semplice, rosso intenso, fogliame minuto e porta-
mento piuttosto compatto;

cv. ”Mne-Ab- fida”: fiore doppio, bianco puro, portamento ricadente.

cv. ”Mmmi-Gata”: fiori semplici molto grandi, bianchi orlati di rosa; la
fioritura è assai copiosa e prolungata ed il portamento eretto;

cv. “Plantation Pink”: fiore semplice, rosa delicato, portamento eretto;

cv. ”Sparkling Burgundi”: fiore peoniforme, rosa-rosso, portamento ri-
cadente;

Con epoca di fioritura fra dicembre e marzo/aprile:

cv. ”Crimson King”: fiore semplice, rosso vivo, portamento espanso;

cv. “Hiqu”: fiore semplice, con particolare forma a coppa, rosso inten-
so, portamento espanso.

cv. ”Kanjim”: fiore semidoppio, rosa lillacino, con portamento espanso;

cv. ”Shona-M&he”: una fra le più note di questo gruppo in Giappo-
ne, con fiore semidoppio, rosa lilla; il profumo è particolarmente delicato, ed
il portamento è ricadente;

A cura di: Angelo Lippi, Guido Cattolica, Paolo Emilio Tomei

Edito a cura del Comune di Capannori | Centro Culturale Compitese e Circoscrizione n°4 di Capannori.

Stampa La Grafica Pisana, Buti (Pisa )

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