Nell’Italia del 2019, inondata di livore e di slogan che vogliono seminare odio fa male ascoltare gli strilli stonati di chi usa la propria posizione di visibilità privilegiata per denigrare e offendere
Si può non essere d’accordo, si deve dichiarare la propria opinione, facendo fede a quella che si definisce “onestà intellettuale”: per questo motivo ritengo, a livello personale, inopportune e devastanti le parole usate da Jovanotti al termine della tournée estiva.
Nell’Italia del 2019, inondata di livore e di slogan che vogliono seminare odio non ci sto ad ascoltare gli strilli stonati di chi usa la propria posizione di visibilità privilegiata per denigrare e offendere. Non servono né i paragoni con le fogne né lo sfogo incontrollato per contestare le critiche che sono state rivolte a un’operazione che è prettamente commerciale, con qualche sottovalutazione nelle attività di marketing e di comunicazione.
L’ambiente naturale ha bisogno di essere tutelato di più e meglio, con un impegno che non può essere estemporaneo ma deve diventare costante, coinvolgendo ogni parte di questa società civile: cittadini, imprese e amministrazione pubblica. Ancor più se si tratta di aree particolarmente fragili come spiagge, dune, mare e zone umide: ambienti che spesso sono stati risparmiati dal consumo e dalla rovina, per immaginare un futuro possibile, capace di tutelare specie che rischiano l’estinzione, ecosistemi con un equilibrio delicato e funzioni ecologiche da preservare.
Fa male ascoltare le polemiche che alzano i toni, ancor più se lo si fa da una posizione di superiorità. Il Fratino e la Caretta caretta si proteggono anche grazie a tante piccole associazioni di volontari, spesso dimenticate e lasciate sole a contrastare l’abusivismo edilizio, l’illegalità, lo scempio, il bracconaggio. Individuare l’obiettivo della polemica in una guerra tra chi urla più forte non fa bene all’ambiente e non fa progredire l’Italia che ha bisogno, per davvero, di una consapevolezza ambientale che non sia soltanto quella dell’evento sporadico e dell’appello mediatico.
Siamo un paese che è stato abituato a convivere con le emergenze ambientali, con le discariche abusive, con le terre dei fuochi e il mare inquinato: siamo stati portati a pensare che le paludi e le lagune siano ambienti malsani, da evitare per non trovarsi tra le zanzare, senza mai considerare le funzioni ecologiche che svolgono questi ecosistemi. Siamo il paese dove serpeggia la paura per il lupo cattivo e l’orso feroce, incapaci di creare un approccio con la natura che non sia di dominazione e sottomissione ma di rispetto per il mondo che ci circonda e ci ospita. Un paese dove le leggi ambientali sono spesso negate o svilite da condoni, deroghe e sanatorie che condannano tutti a convivere con coste cementificate e periferie degradate, senza mai poter immaginare un futuro differente.
Dovremmo investire di più e meglio in informazione ambientale per comprendere l’importanza di comportamenti condivisi e di un capitale sociale che ha la necessità di progredire per portarci a vivere nel futuro che ci attende, con i cambiamenti climatici e un mondo dove le risorse naturali sono una ricchezza limitata, da custodire con attenzione e lungimiranza. Servirebbe riuscire a diffondere il concetto di “capacità di carico” dei sistemi naturali per comprendere, realmente, quanto i nostri singoli comportamenti siano decisivi per affrontare una realtà che non è quella descritta dall’immaginario collettivo.
I temi ambientali hanno bisogno di uno sforzo da parte di tutti, per costruire il futuro che dobbiamo garantire ai nostri figli, alle generazioni future. Vorrei sperare in una stagione nuova dove anche la cultura e la musica possano contribuire a questo sforzo, dove lo spazio delle polemiche sia messo da parte e si riesca a riflettere sulle sfide che ci attendono.
10 Settembre 2019
Daniela dice
quel cretino del Jova e quella pseudo giornalista scientifica fatta presidente del WWF la Donatella Bianchi sempre in giro in barca a vela . . .questi sono gli ecologisti italiani