First of all I want to tell you that architecture does not exist. There is a work of architecture. And a work of architecture is an offer to architecture in the hope that this work can become part of the architectural treasure. Not all buildings are architecture. Of great help to my task as an architect is the awareness that every building belongs to an institution of man. And I have the utmost respect for the aspirations from which the institutions have sprung and for the beauty of architectural interpretations. But we have separated the two. Just think of that stupendous «artistic pressure that was inspired by Adriano. Adriano wanted a place where everyone could take part equally in religious rites. The result was the Pantheon. And what a splendid interpretation it gave us, a circular building that did not «lend itself to a formalistic ritual. (..) .. the program is not architecture, it is simply an indication of how the pharmacist’s prescription could be. Because the program says atrium and the architect has to transform it into a place to enter. The corridors must become galleries. Budgets must become economy, areas must become spaces. (…) The program that is received and the architectural translation that is given of it must come from the spirit of man, not from material instructions. (…) A square building, or built according to the square and the light must give evidence to this square. A rectangular building must be built according to the rectangle. And so is the circular building, and so is the building with an even more fluid form, which must still find its own order, its own internal law, in its making, which is a truly geometric making.
(from a conference held at the Milan Polytechnic, January 1967).
Prima di tutto voglio dirvi che lʹarchitettura non esiste. Esiste unʹopera di architettura. E unʹopera di architettura è unʹofferta alla architettura nella speranza che questʹopera possa diventare parte del tesoro dellʹarchitettura. Non tutti gli edifici sono architettura. Di grandissimo aiuto al mio compito di architetto è la consapevolezza che ogni edificio appartiene a unʹistituzione dellʹuomo. E ho il massimo rispetto per le aspirazioni da cui sono scaturite le istituzioni e per la bellezza delle interpretazioni architettoniche. Ma noi abbiamo separato le due cose. Pensate anche solo a quella stupenda «pressione artistica che fu ispirata da Adriano. Adriano voleva un luogo nel quale ognuno potesse Prender parte allo stesso modo ai riti religiosi. Il risultato fu il Pantheon. E che splendida interpretazione ce ne ha dato, un edificio circolare che non «si prestasse ad un rituale formalistico. (..) .. il programma non è architettura, è semplicemente una indicazione come potrebbe essere la ricetta per il farmacista. Perché nel programma cʹè scritto atrio e l’architetto deve trasformarlo in un luogo per entrare. I corridoi devono diventare gallerie. I budget devono diventare economia, le aree spazi. (…) Il programma che si riceve e la traduzione architettonica che se ne da, devono venire dallo spirito dellʹuomo non dalle istruzioni materiali. (…) Un edificio quadrato, o costruito secondo il quadrato e la luce deve dare evidenza a questo quadrato. Un edificio rettangolare deve essere costruito secondo il rettangolo. E cosi lʹedificio circolare, e cosi lʹedificio di forma ancor più fluida, che deve pur sempre trovare il proprio ordine, la propria legge interna, nel suo farsi, che è un farsi realmente geometrico.
(da una conferenza tenuta al Politecnico di Milano, Gennaio 1967).