“Quando il suono delle bombe e dei colpi di pistola invase le loro case, la famiglia Abulheja si rifugiò nella notte, senza sapere dove andare. La terra che avevano amato e coltivato per generazioni divenne una prigione, una terra che ora li respingeva. Jenin, il loro villaggio, era diventato un luogo di morte e disperazione, ma anche di resistenza. Gli uomini e le donne che avevano assistito alla distruzione dei loro sogni e delle loro case continuavano a lottare, ognuno a modo proprio, per mantenere vivo il ricordo di ciò che avevano perso.”
“Mornings in Jenin” di Susan Abulhawa