«Il vero “output” del processo economico non è un efflusso fisico di spreco, ma il godimento della vita.»
«Dobbiamo renderci conto che un prerequisito importante per una buona vita è una quantità considerevole di tempo libero trascorso in modo intelligente.»
Nicholas Georgescu-Roegen
Nicholas Georgescu Roegen, uno dei più geniali pensatori del secolo scorso, è considerato a ragione il precursore della moderna economia ecologica, quella disciplina scientifica che persegue l’incorporazione delle variabili ambientali in modelli di gestione delle risorse economiche con implicazioni non solo nella scala economica ma anche nel sociale, politico e ambientale, proponendo un modello di sviluppo che garantisca simultaneamente l’equilibrio economico e ecologico, appropriato, intercambiabile e riproducibile. Georgescu Roegen fu un testimone privilegiato degli avvenimenti del secolo passato, cosa che gli permise di sviluppare la sua personale e pionieristica visione in molti campi della teoria economica e in particolare della bioeconomia, del quale è considerato il padre a tutti gli effetti. Secondo Georgescu Roegen, il processo economico non sarebbe altro che un’estensione dell’evoluzione biologica, che rivisita il ruolo dell’economia nella biosfera. Con il suo lavoro pubblicato nel 1971, dal titolo “la Legge dell’Entropia e il processo economico”, stabiliva con una originalità di pensiero, una correlazione tra i processi economici e il secondo principio della termodinamica. Egli rivisita e corregge in chiave critica la teoria neoclassica. Con una lucidissima analisi mette in risalto quali sono stati gli errori dell’economia classica occidentale, fatti tanto dal capitalismo quanto dal comunismo, errori riconducibili al grosso limite della visione meccanicistica, che con le sue strette implicazioni nella tecnologia e nell’economia, sarebbero alla base della crisi ecologica, sociale e politica del limite della crescita.
Il fatto che la popolazione non raggiunga un grado di soddisfazione adeguato alle sue necessità basilari, genera una continua azione di sfruttamento del mezzo ambiente con un uso e un abuso che va ben oltre la disponibilità del capitale, ma raggiunge i limiti dell’esaurimento delle risorse diventando di fatto un problema di economia globale. E’ in questo senso che la bioeconomia si pone come uno strumento per raggiungere gli obbiettivi di sostenibilità e non come semplice strumento per determinare la direttrice dell’uso delle risorse naturali. Allo stato attuale, i fondamenti della bioeconomia gettata da Georgescu sono di un’attualità sorprendente in un mondo di economia globalizzata, tanto che è rimasta celebre una frase attribuita a Kenneth Boulding : ...Coloro che credono fermamente che la crescita esponenziale può durare in eterno in un mondo finito, o è un pazzo o è un economista…
In questo senso le teorie di Georgescu sono il punto di partenza per tutti coloro che intendono conciliare l’economia con l’ecologia. Per la formulazione della sua teoria, Georgescu Roegen, applica alla teoria economica la seconda legge della termodinamica, la seconda legge che stabilisce i processi nei quali il calore si trasforma in una diversa forma di energia e viceversa e che stabilisce la conservazione quantitativa dell’energia e la sua degradazione in termini qualitativi completando il fenomeno dell’entropia e del disordine progressivo, in altri termini, se un sistema termodinamico compie un processo irreversibile, si ha un aumento dell’entropia del sistema e dell’ambiente che lo circonda considerati nel loro insieme. Poiché l’ambiente che circonda un sistema termodinamico è costituito, al limite, dal resto dell’universo e poiché le trasformazioni naturali sono tutte inevitabilmente irreversibili avremmo che esse provocano un continuo aumento di entropia.
… La rivoluzione è una situazione molto ricorrente nella fisica. La rivoluzione che ci interessa, iniziò quando i fisici riconobbero il fatto elementare che il calore si muove sempre solo in un’unica direzione, dal corpo più caldo, verso quello più freddo, e questo portò a riconoscere l’esistenza di fenomeni che non possono essere riconducibili alla locomozione, né spiegarsi con le leggi della meccanica. In questa maniera apparve un nuovo ramo della fisica, la termodinamica che con la nuova legge dell’entropia trovò la sua giusta collocazione insieme alla legge della meccanica Newtoniana….
Per Georgescu Roegen, l’economia, forgiata nel paradigma meccanicistico di Newton e Laplace, prende in considerazione solo fenomeni atemporali, escludendo le scoperte scientifiche di Carnot, Clausius e Darwin, scoperte che racchiudono inevitabilmente in se stesse il concetto di irrevocabilità. La critica di Georgescu all’economia classica è rivolta alla scarsa considerazione della rivoluzione della termodinamica e della biologia, che ha portato l’economia ad una situazione di stallo antecedente il XX sec.
Da ciò Georgescu si sente autorizzato a formulare una sua personale quarta legge della termodinamica che afferma che la materia, come l’energia sono soggette all’entropia. Secondo questa legge anche la materia si degrada in maniera irreversibile e senza essere totalmente riciclabile. Ciò equivale a dire che le attività umane che si alimentano di bassa entropia, si sviluppano a costo di una sua dissipazione irrevocabile, tracciando il limite fisico delle società industriali e, per il proprio carattere exosomatico della sua esistenza della specie umana nel suo insieme. Il flusso di materie prime e di energia trovano la loro fonte esclusivamente nella natura, da li passa attraverso i procedimenti di produzione industriale per raggiungere infine l’utilizzatore finale. I residui degradati e degradanti, fanno di nuovo ritorno alla Natura. Dall’analisi di tutti i sistemi economici, risulta chiaro che il flusso di natura entropica evolve verso l’irreversibilità. Le economia a forte vocazione industriale, sono dipendenti dalle risorse a bassa Entropia, idrocarburi, minerali, acqua potabile, terra fertile e via dicendo, risorse queste che vengono estratte per la maggior parte da paesi meno sviluppati, generando come contraccolpo esaurimento delle risorse e inquinamento. Queste conseguenze sono attese e prevedibili e non semplici ipotesi come potrebbe lasciar intendere l’economia classica. Le nuove tecnologie idonee al miglioramento della produzione industriale ha i suoi vantaggi solo nell’immediato a discapito del futuro, senza apportare un reale beneficio in termini economici alla popolazione nel medio e lungo termine. La soluzione auspicata da Georgescu Roengen così come si può dedurre dal suo saggio su “Energia e Miti economici” è un programma bioeconomico minimo in otto punti dove fa risaltare la necessità di limitare la corsa agli armamenti, l’inutilità degli acquisti di prodotti alla moda o semplicemente stravaganti, auspica altresì la riduzione dell’incremento demografico fino al limite permesso dall’agricoltura biologica e la collaborazione con i paesi in via di sviluppo idonea al raggiungimento di un livello di vita adeguato per quanto non lussuoso. Ma in queste sue affermazioni sembra essere consapevole del grosso limite connaturato alla natura umana, limite che lo porta a fare una precisazione che rimarca in chiave pessimistica il suo pensiero: … Spesso il destino dell’essere umano è una vita breve, ma intensa, eccitante, febbrile, stravagante, invece di una vita lunga, vegetativa e monotona….
In un articolo apparso nel 2007 sul Financial Times, Martin Wolf scriveva:
… L’economia neoclassica analizzava la crescita economica in termine di capitali, mano d’opera e progresso tecnico. Ma oggi credo che sia più chiarificante concepire i principi propulsori dell’economia in termini di energia e idea….
Si tratta indubbiamente di un forte segnale che rivaluta quelle stesse idee che in passato erano state fortemente osteggiate dalla comunità accademica. Il suo apporto all’economia non furono mai veramente studiate ed analizzate a fondo, tanto che ancora oggi il suo contributo scientifico è ristretto nel campo della bioeconomia, e i suoi meriti gli sono stati riconosciuti più nel campo dell’ecologia che nel campo dell’economia teorica. Georgescu fu il primo a preconizzare la contaminazione dell’ambiente e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili, prima ancora della crisi del petrolio e della pubblicazione dei”I Limiti della Crescita” da parte del Club di Roma, tanto che senza alcuna ombra di dubbio, la prospettiva del deterioramento generale delle risorse del pianeta causate dal sistema capitalistico è di un’attualità sorprendente
Nicholas Georgescu Roegen, nacque a Costanza, una piccola città in riva al Mar Nero, in quello che era allora il regno di Romania, il 4 di febbraio del 190. Figlio di un ufficiale dell’esercito rumeno e di un’insegnante di economia domestica, rimase orfano all’età di otto anni, e le condizioni economiche non propriamente floride della famiglia gli imposero grossi sacrifici per proseguire con gli studi. Dotato di una propensione innata per gli studi in generale e per la matematica in particolare, si distinse ben presto tra gli altri studenti e questo gli permise di ottenere alcune borse di studio che consolidarono la sua formazione scientifica fino al conseguimento della laurea in matematica all’università di Bucarest nel 1926. Per il dottorato di ricerca, si recò a Parigi, all’università della Sorbona, dove maturò l’interesse per la statistica e l’economia. La sua tesi di dottorato in statistica pubblicata nel Journal de la Societè de Statistique de Paris, portava il titolo di “Il problema della ricerca dei componenti ciclici di un fenomeno”, in cui osservava che i fenomeni economici non possono essere descritti semplicemente con modelli matematici. L’attribuzione di una nuova borsa di studio gli permise di perfezionarsi con gli studi all’University College di Londra diventando allievo di Karl Pearson, il padre della biostatistica come è considerato universalmente. Per due anni Georgescu ebbe modo di familiarizzare con gli studi di biologia matematica, indirizzando i suoi interessi verso gli studi della genetica delle popolazioni e alla teoria dell’evoluzione. Con Pearson si avvicinò alla filosofia della conoscenza di Ernest Mach, il filosofo celebre per le sue critiche alle pretensioni metafisiche della meccanica newtoniana, ravvisando, di conseguenza, l’incongruenza della mitologia meccanica di cui era permeata tutta l’economia neoclassica.
…La realtà è che, nella misura in cui si manifesta, l’economia è meccanicistica nello stesso senso in cui in linea di massima crediamo che lo sia solo la meccanica classica. In questo senso la meccanica classica è meccanicistica perché non può prendere in considerazione l’esistenza di cambi qualitativi nella Natura di carattere permanente, né accettare questa esistenza come fatto indipendente in se stesso…
Negli anni compresi tra il 1934 e il 1936 fu inviato dalla Rockfeller Fundation all’Università di Howard, dove ebbe la possibilità di approfondire i suoi studi in statistica e in particolare nel meccanismo dei flussi circolari.
Collaborò come matematico con Joseph Schumpeter alla revisione del suo libro sopra i cicli economici, pubblicato nel 1939. Fu ad Howard che si formò come economista, accolto nel gruppo di studio che riuniva economisti del calibro di Wassily Leontief, Oskar Lange, Fritz Machlup, Nicholas Kaldor, Paul Sweezy, nonché Schumpeter stesso. Allacciò una stretta collaborazione con Paul A. Samuelson e Wassily Lentief collaborando con loro allo sviluppo di alcune teorie. Nel periodo di permanenza ad Howard fece quattro pubblicazioni importanti sulla teoria del consumatore, specialmente sopra i problemi della decisione e l’utilità e sulla teoria e analisi della produzione. Un suo articolo “The pure theory of consumer Behaviour” pubblicato nel 1936 nel quale confutava il principio dell’utilità marginale decrescente, sostituendolo con la perseveranza delle direzioni della non preferenza, fu considerato un classico, da Paul Samulson, che lo definì”il più erudito tra gli eruditi, l’economista degli economisti”. Nella prefazione al libro che raccoglieva i migliori articoli di Georgescu Roegen, Analytical Econom, Samuelson si esprime così: …pur essendo uno specialista in matematica, sembra immune dal fascino seduttore di questo strumento, sapendolo usare in maniera obbiettiva… ma per uno strano caso della vita, fu lo stesso Samuelson che dieci anni dopo, nella decima edizione del suo libro “Economics”, mette al bando le idee di Georgescu, perché fortemente embricate con l’ecologia, una disciplina aliena al mondo degli economisti.
Georgescu-Roegen, nutrito delle idee di Alfred lotka e Wladimir Vernadskuy aveva già in precedenza tentato una rivisitazione critica della teoria del consumatore come base più realistica rispetto a quella dell’Homus Economicus, mosso solitamente da un impulso puramente meccanicistico, ma la teoria che più di altre gli scagliò addosso gli anatemi della comunità fu la sua critica alla rappresentazione convenzionale del processo produttivo, che minava alle fondamenta a razionalità economica occidentale eretta a credenza mistico religiosa, disgiunto dalla visione puramente meccanicistica di un’economia isolata dalla natura, in favore di un’economia come parte integrante di un ecosistema che vive ed agisce. Rientrato in Romania, ritornò ad occupare il suo posto di docente presso la l’Università di Bucarest, e animando contemporaneamente la vita intellettuale, sociale ed economica della città. Riferendosi al suo ritorno in patria, Georgescu scrive:
…Alla vigilia della nostra partenza per la Romania, egli [Schumpeter] venne a New York per convincermi a ritornare, in autunno, ad Harvard. Solo molto più tardi compresi quanto offensivo dovette apparirgli il mio rifiuto, sebbene esso fosse motivato dalla circostanza che la Romania, assai più che Harvard, aveva bisogno di un economista…
Rimase in Romania per altri dodici anni, furono quelli anni bui, caratterizzati da forti fermenti sociali che sfoceranno nelle agitazioni politiche prima, all’avvento della dittatura poi e infine alla guerra. Fu proprio la sua partecipazione da protagonista ai problemi della società Rumena, che spinse Georgescu a studiarne a fondo le tematiche economiche per verificare l’attendibilità e l’applicabilità delle sue teorie economiche.
Il suo ruolo di guida come membro del partito nazionale contadino e pertanto difensore dei diritti della Romania nella sua qualità di Segretario Generale della Commissione d’Armistizio, lo mise ben presto in una situazione di pericolo tanto da rischiare di essere arrestato dalle forze staliniane che controllavano il paese. Con Otilia, la donna che aveva sposato nel 1934 si imbarcò da clandestino su una nave diretta ad Istanbul e da li emigrò negli Stati Uniti nel 1948. Negli Stati Uniti, Georgescu, consolidò la sua formazione di Economista all’Università di Howard, e dal 1949 fino al 1976, anno in cui si ritirò dall’insegnamento, ricoprì il ruolo di docente di economia presso l’università di Vanderbilt a Nashville nel Tennesse, la stessa città in cui morirà nel 1994.
In conclusione è necessario riscattare dall’oblio della storia del pensiero economico, le teorie e il pensiero di questo grande economista, ingiustamente marginalizzato nel ruolo di autore di economia ecologista, dimenticando i suoi apporti alla teoria economica. Questa opera di rivalutazione oggi più che mai è sentita in tutti quei paesi dove le risorse economiche giocano un ruolo fondamentale nella struttura economica d’insieme, dove le particolarità dei settori primari basati sulle risorse naturali, agricoltura, pesca, industria estrattiva, idrocarburi, non possono essere compresi e analizzati solo con la teoria economica tradizionale ma integrate in un’analisi economica di più ampio raggio.
Riferimenti bibliografici:
Nicholas Georgescu-Roegen. Bioeconomia.Verso un’altra economia ecologicamente e socialmente sostenibile a cura di Mauro Bonaiuti. Ed.Bollati Boringhieri
Nicholas Georgescu-Roegen. La décroissance. Entropie – Écologie – Économie (1979). A cura di Jacques Grinevald et Ivo Rens. Ed. Sang de la terre, 1995
Donella H. Meadows.Dennis L. Meadows.Jtsrgen Randers William W. Behrens III-The Limits to Growth, A www.Demetra.org
Report for the Club of Rome’s Project on the Predicament of Mankind. Ed.Universe Book
Mayumi, K. The Origins of Ecological Economcs:The Bioeconomics of Georgescu-Roegen. Ed. Routledge
Dulbecco, P.-Garrouste O. Théorie de la dynamique économique: une réévaluation de la tentative de Nicholas Georgescu-Roegen en Recherches économiques de Louvain N.70
Elio dice
grazie di aver segnalato Nicholas Georgescu-Roegen, un altro grande pensatore rumeno di cui non conoscevo l’esistenza, trovo interessante queste letture connesse con la questione ambiente paesaggio e quindi economia sostenibile. Elio