Oliver Stone

“Trump ha abusato del suo ruolo e solo per questo dovrebbe essere buttato fuori”. Attenzione, però: “Ha detto bene dicendo che Washington era una palude. È una palude, e non c’è modo di cambiarla. L’America, come l’Italia, è bloccata nel sistema”. Oliver Stone, acclamato regista di Hollywood, è uno che conosce bene la politica: ha diretto una trilogia di film sui presidenti americani, da Jfk a George W. Bush, passando per Richard Nixon. E celebri sono anche le sue interviste documentario a Fidel Castro e Vladimir Putin, rappresentanti di due mondi, quello cubano e russo, che sono centrali nel discorso politico statunitense: “Sono rimasto scioccato e sorpreso che Trump e Biden fossero testa a testa – spiega a Fanpage.it -. Pensavo che sarebbe stata una vittoria schiacciante per Biden, onestamente. Lo pensavo davvero ma poi mi sono preoccupato perché durante lo spoglio dei voti stavano chiaramente accadendo due cose. Una era che c’era una resistenza incredibile dal cuore del Paese, possiamo chiamarle zone rurali-suburbane. Quello che è emerso è un forte messaggio di sostegno a Trump.

Come mai, secondo lei?
Sono rimasto sorpreso dal fatto che ci sia stato meno supporto per il cambiamento di quanto mi aspettassi. Mi aspettavo che il popolo americano fosse stanco di Trump, stanco del suo comportamento scorretto, ma non lo è. Trump è stato apertamente oltraggioso, nel suo ultimo discorso elettorale, quando ha detto: “Abbiamo vinto e dobbiamo smettere di contare i voti perché stanno rubando”. È vergognoso che il presidente degli Stati Uniti dica che stanno truccando le elezioni proprio mentre si stanno ancora svolgendo. È completamente fuori dalla legge. È come se stesse fingendo di poter essere sia il commentatore che il protagonista nel suo spettacolo. Ha abusato del suo ruolo e solo per questo dovrebbe essere buttato fuori.

È stato buttato fuori, con queste elezioni?
No, non è finita, Trump farà tutto ciò che può, non sa perdere, è quello che chiamano un pessimo perdente. Vorrà che ogni voto venga controllato e renderà tutto il più difficile possibile. Combatterà con le unghie e con i denti fino al 14 dicembre e qualcosa potrebbe andare storto. Spero di no perché mi ricordo le elezioni di Al Gore e George Bush. I democratici non si aspettavano che i repubblicani giocassero così sporco ma ora sono più preparati. Vorrei pensare che Trump se ne sia andato. Il mostro se n’è andato, almeno quello più grande di tutti, spero. Sembra come un film horror. Alla fine del film dici: oh se n’è andato, il mostro è morto, ma poi c’è un sequel e ritorna (ride ndr). Anche se ammettesse la sconfitta, penso che Trump sia abbastanza pazzo da candidarsi di nuovo nel 2024.

Nel frattempo?
Tornerà là fuori, nel mondo, e spero che portino avanti ogni causa contro di lui per tutta la merda che ha fatto. Venderà gli hotel o li costruirà nel midwest, in tutti gli stati rossi, e troverà un modo per trasformarli in un esperimento per fare soldi con la lower class.

Gli Stati Uniti sono sull’orlo di una guerra civile?
No, non vedo una guerra civile all’orizzonte. Penso che questa paura sia frutto dell’isteria dei media. Ci sarà qualche scontro, il punto di queste elezioni è che ora sono sotto gli occhi di tutti, il che rende difficile che i repubblicani le possano dichiarare una truffa, perché l’hanno già ripetuto così tante volte. Trump l’aveva detto: è un’elezione truccata. Ma le parole non significano niente: dirà altre cose, certo, ma non credo che avranno lo stesso impatto come se le avesse dette per la prima volta.

Molti media occidentali non sembrano accettare che Trump abbia tutta questa popolarità. Perché?
Trump è un motivo di imbarazzo. È il ragazzo che va alla festa e dice quello che vuole, dice delle cose offensive. Molte delle cose che stavano accadendo nel governo venivano coperte con discorsi educati, mentre lui è stato molto schietto e ha fatto incazzare molte persone per la sua franchezza. Ha rovinato lo spettacolo. Ha chiamato Washington una palude. Ha fatto la stessa cosa che ha fatto Reagan e ha detto bene dicendo che Washington era una palude. È una palude ma non c’è modo di risolverlo. L’America, come l’Italia, è bloccata nel sistema.

E come se ne esce, dalla palude?
Dobbiamo togliere i soldi dalla politica, cosa che ora non è possibile perché la Corte Suprema ha votato US Citizens VS United. È stata una decisione importante che ha permesso di far fluire i soldi delle corporation nelle elezioni e ora le aziende hanno il potere. Per gran parte della magistratura, le corporation negli Stati Uniti sono trattate come individui. Hanno diritti umani.

Crede che il Covid19 abbia mostrato le contraddizioni del nostro sistema?
Ha mostrato che il nostro sistema sanitario non funziona a livello nazionale. È molto chiaro. Ogni stato deve affrontarlo a modo suo e ogni ospedale stabilisce i propri parametri. Non sono affatto un esperto in questo, ma sembra disorganizzato. In Europa, poiché siete paesi più piccoli, penso che abbiate fatto un lavoro abbastanza buono.

Cosa pensi delle proteste in Italia contro il lockdown?
Personalmente, ho paura di questa regolamentazione eccessiva in cui il governo ora ha il potere di chiudere tutto in un paese quando vuole. È una forma di controllo a cui mi oppongo. Penso che sia necessaria una maturità. Il tasso di mortalità di queste infezioni è sceso di molto. Sono disorientato. Il Covid in una certa misura per me è una malattia come altre che sono arrivate nella nostra vita: SARS, MERS. Ci sono state una serie di malattie che fanno parte del pianeta, dell’inquinamento o di qualunque cosa le stia causando. Dobbiamo accettarle e assorbirle senza reagire in modo eccessivo. Esagerare è pericoloso. L’America ha esagerato nel 2001 (dopo l’attacco alle Torri Gemelle ndr), è stata una follia in questo Paese. Abbiamo approvato il Patriot Act.

La pandemia potrebbe minacciare le fondamenta politiche e civili su cui si reggono le democrazie liberali?
In questo periodo sto dando sempre molta importanza alla pace e alla guerra, penso che sia una questione cruciale. Se c’è pace e puoi mantenere le alleanze e non hai nemici, o cerchi di ridurre l’inimicizia attraverso la diplomazia, avremo un mondo molto più fluido o armonioso. Questo mondo non sta affrontando una guerra mondiale, non sta affrontando ciò che abbiamo affrontato in passato. Non ci sono malattie che stanno spazzando via la razza umana. Non ci sono problemi di sopravvivenza. C’è stato un miglioramento dell’istruzione e della salute in tutto il mondo. In generale ci sono esempi negativi, ma l’enfasi è stata posta sul pensiero apocalittico, sul giorno del giudizio e penso che sia importante per tutti rendersi conto che stiamo esagerando, i media stanno cercando di fare scalpore. I media vivono di cattive notizie. È sempre stato così, ma è peggiorato perché ci sono più media di quanti ne abbiamo mai avuti. Le cattive notizie vendono. E penso che molte persone abbiano smesso di seguire i media. Questo è quello che ha fatto l’America, molti di questi americani non leggono ed è per questo che a loro piace Trump, perché non vogliono sapere tutte le stronzate che fa, come il fatto che non paga le tasse. Quindi penso che se manteniamo un sistema di pace in tutto il mondo, non c’è niente che non possiamo superare, compreso il cambiamento climatico. Ci credo davvero e sto facendo un documentario su questo. Se combattiamo contro la Russia e li chiamiamo nemici e teppisti come ha fatto Biden l’altra sera e se stiamo dicendo più o meno la stessa cosa della Cina, non c’è via d’uscita da questo casino perché stiamo spendendo una fortuna in spese militari. Trilioni di dollari all’anno per prepararci alla guerra, il che non è necessario.

A cosa dovremmo prepararci, invece?
La vera guerra è la guerra contro il cambiamento climatico. In questo modo ce ne accorgeremo quando forse sarà troppo tardi e francamente l’America sta perdendo tempo e sprecando una quantità enorme di denaro. Quindi dobbiamo trasferire le risorse economiche. Sono preoccupato per Biden perché ha detto così tante cose stupide sulla Russia. L’unico problema che ho con lui riguarda la politica estera. Penso che la sua politica interna sia progressista ma come politica estera… Non so se ne preoccuperà subito perché avrà altri problemi sul piano nazionale, quindi è difficile dire dove vorrà andare ma si sa cosa ha fatto Obama. Obama alla fine ha invaso più paesi musulmani di altri e ha iniziato gli attacchi con i droni. Ha superato Bush con i bombardamenti. E poi Trump ovviamente ha cercato di superarlo a sua volta, ma senza entrare in guerra. Quindi la gente dice che Trump non ci ha portato in guerra. No, ma ci ha portato sull’orlo della guerra con la Corea. Ci ha portato di sicuro sull’orlo della guerra con il Venezuela e ora con l’Iran.

Dopo la caduta del muro di Berlino si è smesso di pensare che esista un mondo alternativo?
All’epoca potevano destabilizzare il nuovo regime russo sotto Eltsin e non erano preoccupati per la Cina perché non era ancora così potente. Abbiamo aumentato la rivalità con la Russia e la Cina, non solo perché abbiamo destabilizzato l’Ucraina ma perché abbiamo mantenuto le nostre armi, i nostri aerei e le nostre truppe militari, le truppe NATO, ai confini della Russia, più vicine che mai. I missili a medio-raggio che sono in Europa sono molto pericolosi per lo status quo in Cina, l’abbiamo completamente circondata e abbiamo speso una fortuna per bloccarla potenzialmente.

Non ci sono alternative quindi?
Non credo che il neoliberismo abbia funzionato. C’è questa idea in America che il modello americano sia la via pacifica, ma non lo è perché sottoponiamo a embargo paesi che non sono d’accordo con noi, guarda per esempio Cuba e il Venezuela. È orribile. Non si possono portare medicine a Cuba, è molto difficile. Abbiamo imposto sanzioni alla Russia e all’Iran, ora contro la Cina. L’America non sta andando verso un’armoniosa cooperazione mondiale. Vogliono essere il fattore dominante. Non vogliono avere partner. Bush lo ha chiarito nel 2000 e ora è stato ribadito con Trump. Nessun partner. Prendiamo solo ostaggi. L’Italia è un ostaggio, un grande ostaggio a causa delle enormi basi navali che abbiamo lì. L’Europa è un ostaggio. Questo è un problema fondamentale che si ingrandirà in futuro. Non può essere risolto perché alcuni paesi hanno perso la loro sovranità, perlomeno alcuni. Alla Russia e alla Cina non gli si può dire che devono inchinarsi al modello americano. E del resto non puoi dirlo all’Iran o alla Corea del Nord. Voglio che questi paesi difendano i loro diritti perché è cruciale per la libertà del mondo che esistano modi di vivere alternativi. Ti posso garantire che sono veramente sinceri riguardo alla loro rivoluzione a Cuba e per questo purtroppo hanno sofferto molto.

In merito alla questione fake news e social media. Cosa pensi della censura che stanno attuando alcune piattaforme social?
Ci sono un sacco di fake news in America dalla Seconda Guerra Mondiale. Si potrebbe dire che l’intera Guerra Fredda, a mio avviso, era una fake news perché volevamo rafforzare l’esercito dopo la guerra. Quindi abbiamo reso l’Unione Sovietica molto peggio di quello che era e molto più minacciosa. E continuiamo farlo e a dire che i russi invaderanno l’Europa. Che cazzo vorrebbero dall’Europa? Non ne hanno alcuna intenzione e la Russia non è più l’Unione Sovietica, è un’economia di mercato. È folle il concetto di fake news. Cos’è? Esiste da secoli. Quando qualcuno vuole trovare un altro nemico si creano fake news. Dicono chi è il cattivo, che ha fatto questo e ha fatto quello. Gli spartani facevano così con gli ateniesi. Sono sempre notizie false, cosa c’è di nuovo? Stanno incolpando Facebook. È ridicolo. Facebook dovrebbe essere solo una fonte gratuita e open source. Le persone vanno lì e dicono quello che vogliono. Sono d’accordo che l’incitamento all’odio non è una buona cosa e che dovrebbe essere etichettato o bandito. Ma quando inizi a giocare con le sfumature della censura diventa molto pericoloso.

Penso ad esempio al caso del giornalista Glenn Greenwald che ha lasciato il giornale che ha co-fondato, The Intercept, perché non gli hanno permesso di pubblicare un articolo sul presunto scandalo che coinvolge la famiglia Biden in Cina e in Ucraina.
Penso che Glenn Greenwald avesse ragione. Penso che la storia fosse vera. Non voglio dire che sia stato lo scandalo più grande ma è comunque uno scandalo e anche Trump ha avuto i suoi scandali e la gente li ha ignorati, ma sono stati riportati dalla stampa.

Cosa pensi del processo ad Assange?
Obama ha portato avanti le prime accuse contro Assange ed i suoi diritti sono stati violati in ogni modo possibile. Il caso Russiagate è un’invenzione, Assange ha ottenuto le informazioni da un insider del comitato nazionale del partito democratico e l’FBI non ha mai investigato su questo. Hanno accusato Assange di aver passato le informazioni alla Russia ma non è vero, tecnicamente non regge. Trump voleva dargli la grazia se fosse venuto a testimoniare su chi fosse la sua fonte contro Hillary Clinton, ma Assange non ha fatto quell’accordo perché è un uomo onesto e non rivela le sue fonti. Queste erano le regole d’ingaggio di WikiLeaks. Assange è odiato aiutato dai sostenitori di Hillary Clinton per aver danneggiato la sua candidatura e la possibilità di essere eletta. Allo stesso tempo è odiato dai repubblicani perché veniva visto come un piantagrane per l’esercito e per gli Stati Uniti, un uomo che ha rivelato dei segreti, come Snowden. Snowden e Assange sono degli eroi per me perché abbiamo bisogno di sapere come opera il nostro governo, dobbiamo sapere cosa stanno facendo a nostro nome. E non stanno facendo cose buone, il governo sta facendo delle brutte cose, molte brutte cose, che tra l’altro ci costano una fortuna.

Di Fabrizio Rostelli, Intervista a Oliver Stone, Fanpage

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