L’immigrazione, la paura di un’invasione e le reazioni di panico del nostro fragile paese
Se sia possibile trovare una soluzione in una perfetta insolubilità storica, come filosofo, non soltanto ignoto, ma fuggito, ce l’avrei pronta, sarebbe adeguata al mio livello modesto della comprensione delle cose. Tuttavia bisogna cominciare dal capire che cosa è, oggettivamente, INSOLUBILE. E insolubile è la questione di questa migrazione di popoli verso le coste (di fatto, una) nel Mediterraneo. Fino a poco tempo fa era impossibile dirla una sciagura, una invasione. Adesso qualcuno, più sveglio di tutte le voci ufficiali, ha cominciato a parlare, fuori dalle ideologie, di invasione.
La coscienza di essere invasi da una torrenziale terrestre cometa umana di occhi smarriti produce reazioni che pigliano, in un paese di mente fragile come l’Italia, reazioni di panico. Il Grande Pan non è morto. Nella sua “Filosofia futura” Emanuele Severino pensa che l’Occidente, minacciato da un eccesso delle migrazioni afroasiatiche, ricorrerebbe alle armi atomiche. Con generale sollievo del popolo cristiano, immemore che, prima ancora di bloccare tutti gli sbarchi ci arriverebbe in bocca un certo numero di aerosol di Cernobil rinforzati. Se gli ottimisti fossero capaci di riflettere su qualcosa potrebbero opinare che non ci sono, per il genere umano, domani che cantano. Per ora ci limitiamo ai (tanti, certamente) compiacimenti segreti per il crescente numero degli annegati e alle, segretissime, deplorazioni per le troppe migliaia di salvati. Il merito dell’assillo migratorio è di far tramontare, o meglio, schermare con una eclisse l’ancor più triviale fissazione postmoderna che ci rimbomba futile nelle passive orecchie: crescita! crescita! Mani vogliose di lavarsene invocano miracolosi interventi Onu.
I più poveri di conoscenze in generale dell’Unione Europea auspicano risvegli di un fantasioso boxeur Europa. Ignoranti dottissimi di strategie propongono piani militari d’intervento dronico compiuterizzato infallibile contro i cattivi, senza far troppo male ai buoni, specialmente se bambini. I più pensano esclusivamente a mangiare finché ce n’è, con la guida esperta di Davide Paolini. L’insignificanza dei rimedi è schiacciata dalla tremenda potenza e pervasività trascendente delle cause. E l’implacabile realtà distruttiva della Bomba Biologica vi sarà mai apparsa, qualche volta? C’è ancora qualche ispirato che sostenga estatico che ci sarà cibo, e soprattutto ACQUA, per tutti?
Per la salvezza individuale, esclusivamente, accoglie tutti noi infelici e incompresi nel vortice dell’Insolubile storico, la scrittura sacra della Bhagavad-Gita, consigliabile nell’edizione curata da Raphael (Asram Vidya, 1974). Vedi specialmente il diciottesimo capitolo, che illumina sullo Yoga della Conoscenza: “Sappi che è sattvica (divina, superiore) quella conoscenza che in ogni essere riconosce l’unico Essere imperituro, indiviso pur nelle esistenze indivise”.
Tratto da: Guido Cerotti, Il filosofo ignoto