Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci Marianna

La marchesa Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci nacque il 3 febbraio 1835 in una famiglia della vecchia aristocrazia toscana. La madre fu Giulia De Saint Seigne e il padre marchese Ferdinando Panciatichi. Fin dal 1644 esistono testimonianze degli interessi naturalistici coltivati nella villa della famiglia dei Panciatichi a Novoli. Del Settecento è l’Hortus Panciaticus di Villa La Loggia: infatti suo padre, il marchese Ferdinando Panciatichi, si distinse per l’introduzione di numerose piante esotiche, fra le quali la prima sequoia, in Italia. A diciotto anni, dopo gli studi al collegio Ripoli di Firenze, Marianna sposò il marchese Alessandro Anafesto Paulucci che, grazie a lei, iniziò ad appassionarsi alla botanica. Dopo la morte del marito, nel 1887, e dieci anni più tardi anche del padre, fu costretta ad abbandonare quasi del tutto i suoi studi e le sue raccolte per dedicarsi all’amministrazione del patrimonio familiare. Donò le sue collezioni malacologiche al Museo di storia naturale dell’Università di Firenze, quelle ornitologiche al Comune di San Gimignano e quelle botaniche all’Istituto tecnico Galileo Galilei. Morì il 7 dicembre 1919 nella sua villa presso Regello.

Marianna Panciatichi Paulucci fu una delle maggiori collezioniste naturalistiche toscane del suo tempo. La sua collezione di uccelli comprendeva circa 1200 esemplari, integrata anche grazie all’aiuto di Ettore Arrigoni degli Oddi (1867-1952), il marito di sua nipote Marianna di San Giorgio, uno dei maggiori ornitologi italiani. Il suo erbario conteneva 4153 campioni appartenenti a 1492 specie diverse. Il contributo più importante fu quello dato allo studio dei molluschi non-marini italiani. Le prime tracce del suo interesse per le conchiglie d’acqua dolce risalgono al 1862, quando era appena ventisettenne. Nel 1866 diede alle stampe il primo lavoro scientifico sul gasteropode fossile Murex veranyi. Fino al 1886 pubblicò numerosi contributi, principalmente nel «Bullettino della Società malacologica italiana» e nel «Journal de chonchyliologie». Nel 1878 presentò la sua collezione all’Esposizione universale di Parigi, compilando per questo scopo il primo elenco delle specie della malacofauna non-marina italiana. Seguirono altri cataloghi, come quello stilato per l’Esposizione internazionale della pesca di Berlino (1880), e l’edizione di tre faune regionali (Calabria, Abruzzo, Sardegna) e del Monte Argentario. Il suo progetto di una Fauna malacologica italiana non si realizzò.In un periodo di progressiva professionalizzazione delle scienze naturali, Marianna rappresentò un personaggio di spicco delle ricerche amatoriali, particolarmente ricche e vivaci nella Toscana dell’epoca. Ella non fu solo raccoglitrice di materiale naturalistico, ma seppe anche inserirsi abilmente in alcuni dei maggiori dibattiti del suo tempo: il darwinismo e il concetto di specie. Mostrando sempre massima prudenza nelle conclusioni generali e nelle esposizioni teoriche, non rinunciava a ferme prese di posizione rispetto a note autorità sulla base delle proprie approfondite conoscenze. Difese, infatti, la concezione di Charles Darwin della continua e graduale trasformazione delle specie nonostante le evidenti lacune nei reperti fossili. Nella discussione sulla definizione di specie e sul confine tra specie e varietà, combatteva invece, sicura di sé e non di rado con tono duro, le idee del suo famoso collega francese, il malacologo Jules-René Bourguignat (1829-1892), e dei suoi connazionali, Carlo De Stefani e Napoleone Pini.

Il geologo Samuel P. Woodward (1790-1838) giudicò Marianna Paulucci «più erudita di molti uomini» [Ogilvie, Harvey, 2000, II, p. 991]. L’ornitologo Ettore Arrigoni degli Oddi, affezionato parente e ammiratore, le dedicò la sua Ornitologia Italiana (1904). Scrisse anche la sua biografia, sottolineando il carattere romantico e consolatore dei suoi “passatempi” naturalistici [Arrigoni degli Oddi, 1921]. Lo storico Giulio Barsanti, invece, la delinea nella sua recente analisi come naturalista seria, battagliera, spesso controcorrente e quasi sempre con precise, non sempre del tutto congruenti, scelte teoriche e metodologiche [Barsanti, 2002].

Scritti:
Matériaux pour servir à l’étude de la faune malacologique terrestre et fluviatile de l’Italie et de ses îles, Paris, Librarie F. Savy, 1878.Replica alle osservazioni critiche dei signori Pini, De Stefani e Tiberi, in «Bullettino della Società malacologica italiana», 5, 1879, pp. 164-200.

Fonti Bibliografiche
E. Arrigoni degli Oddi, Della vita e delle opere della marchesa M. Paulucci, malacologa italiana, in «Atti del R. Istituto veneto di scienze lettere ed arti», 80, 1921, pp. 59-70.F. Barbagli, S. Lotti, Raccolte e studi botanici di Marianna Paulucci, in IV° Congresso della Società Italiana di Malacologia. Atti della giornata di studi su Marianna Paulucci, a cura di S. Cianfanelli e G. Manganelli, in «Lavori della Società italiana di malacologia», 25, 2002, pp. 35-39.F. Barbagli, A. Nistri, Gli interessi ornitologici di Marianna Paulucci, in IV° Congresso della Società Italiana di Malacologia. Atti della giornata di studi su Marianna Paulucci, a cura di S. Cianfanelli e G. Manganelli, in «Lavori della Società italiana di malacologia», 25, 2002, pp. 31-34.G. Barsanti, Di alcuni orientamenti teorici di Marianna Paulucci, in IV° Congresso della Società Italiana di Malacologia. Atti della giornata di studi su Marianna Paulucci, a cura di S. Cianfanelli e G. Manganelli, in «Lavori della Società italiana di malacologia», 25, 2002, pp. 5-12.S. Cianfanelli, G. Manganelli, A bibliography of Marianna Paulucci (1835-1919), in «Archives of Natural History», 29, 2002, pp. 303-315. G. Manganelli, S. Cianfanelli, E. Talenti, Il contributo di Marianna Paulucci alla conoscenza della malacofauna italiana, in IV° Congresso della Società Italiana di Malacologia. Atti della giornata di studi su Marianna Paulucci, a cura di S. Cianfanelli e G. Manganelli, in «Lavori della Società italiana di malacologia», 25, 2002, pp. 13-30.M. Ogilvie, J. Harvey, eds, The biographical dictionary of women in science. Pioneering lives from ancient times to the mid-20th century, New York-London, Routledge, 2000, p. 991.

Testo di: Ariane Dröscher

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