Sopiti, inerti, i popoli tacevano,
Allorché il Fato provvido ne ruppe
La letargia – e li aggredì implacabile,
Terrificante, l’antico Spirito
Di Convulsione, figlio di Natura.
Saltò su come il fuoco che fermenta
Nel cuore della terra, che sbatacchia
Come frutti sull’albero maturi
I vecchi borghi e sbriciola montagne,
Rocce di rupe e querce risucchiando.
E un ribollente mare militare
Si è riversato, il dominio e l’impero
Baraonda rovente come in marine
Divinità, in titanici
Spiriti si concentrarono.
Furono cinque estati in cui fu grande,
Corruscando, la vita: e per noi furono
Un tempo smisurato. Oh quanto sangue
Versò il suo ardore nel campo della morte,
Ammassati per scatenarvisi
Su un teatro di guerra immane
Ogni aspirare, ogni potenza umana!
Questa, dal Reno azzurro al Tevere,
Volgendosi qua e là ordinata furia,
Incontenibile mischia si trascina.
Ad un gioco audacissimo si è dato
In questo tempo coi mortali il Fato
Onnipotente.
Tratto da: FRIEDRICH HÖLDERLIN, Die Völker schwiegen… (tra 1797 e 1798)
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