Il canto popolare 1952/1953

29 Improvviso il mille novecento cinquanta due passa sull’Italia: solo il popolo ne ha un sentimento vero: mai tolto al tempo, non l’abbaglia la modernità, benché sempre il più moderno sia esso, il popolo, spanto in borghi, in rioni, con gioventù sempre nuove – nuove al vecchio canto – a ripetere ingenuo quello che fu.…

Dovrei paragonarti a un giorno d’estate?

Dovrei paragonarti a un giorno d’estate? Tu sei più amabile e più tranquillo. Impetuosi venti scuotono le tenere gemme di Maggio, E il corso dell’estate ha fin troppo presto una fine. Talvolta troppo caldo splende l’occhio del cielo, E spesso la sua pelle dorata s’oscura; E ogni cosa bella la bellezza talora declina, spogliata per…

Ode all’andare a piedi

I Nell’era di velocità impetuose di corse rovinose – nella precaria età del ferro – viva chi resta a piedi – coi piedi – per terra! Per rocce e dirupi, sempre diritto, avanti, senza sentieri, battendo piano alle porte della natura, che il tempo calpesta. (Agli storpi soltanto c’è spazio nell’era delle turbìne!) … Che…

John Keats

Tu, forma silenziosa, come l’eternità tormenti e spezzi la nostra ragione. Fredda pastorale! Quando l’età avrà devastato questa generazione, ancora tu ci sarai, eterna, tra nuovi dolori non più nostri, amica all’uomo, cui dirai “La bellezza è verità, la verità bellezza,” – questo è tutto ciò che sapete al mondo, e tutto ciò che basta…

Romanzo 29 settembre 1870.

I A diciassett’anni non si può esser seri. – Una sera, al diavolo birre e limonata e gli splendenti lumi di chiassosi caffè! – Te ne vai sotto i verdi tigli a passeggiare. Com’è gradevole il tiglio nelle sere di Giugno! L’aria è si dolce che a palpebre chiuse annusi il vento che risuona –…