Immanuel Kant, nel suo saggio Per la pace perpetua (Zum ewigen Frieden, 1795), propone un progetto filosofico e politico per la realizzazione di una pace duratura tra le nazioni. I suoi presupposti fondamentali si basano sulla ragione, sul diritto e su un ordinamento istituzionale internazionale.
1. La repubblica come forma di governo ideale
Kant sostiene che la pace può essere garantita solo da stati repubblicani, in cui il potere legislativo è separato da quello esecutivo e dove le decisioni di guerra devono essere prese dai cittadini. Poiché questi ultimi sopportano i costi della guerra, sarebbero meno inclini a intraprenderla rispetto a monarchi assoluti o governi autoritari.
2. Il diritto internazionale e la federazione di stati liberi
Per Kant, la pace tra le nazioni non può essere basata solo su trattati occasionali, ma deve poggiare su un diritto internazionale fondato sulla cooperazione tra stati liberi. Egli propone una “federazione di stati” (Völkerbund), non come un superstato centralizzato, ma come un’alleanza tra nazioni che si impegnano a rispettare principi comuni di giustizia. Questa anticipa in parte l’idea della Società delle Nazioni e dell’ONU.
3. Il diritto cosmopolitico e l’ospitalità universale
Un altro presupposto della pace perpetua è il diritto cosmopolitico, che garantisce il rispetto degli stranieri e il loro diritto all’ospitalità quando si trovano in un altro paese. Kant non sostiene un diritto illimitato a stabilirsi ovunque, ma insiste sul fatto che nessuno debba essere trattato come nemico solo perché straniero. Questo principio contrasta il colonialismo e la conquista violenta di territori.
4. L’abolizione degli eserciti permanenti
Kant ritiene che gli eserciti permanenti siano una minaccia per la pace, poiché incentivano la corsa agli armamenti e la guerra preventiva. Egli propone la loro graduale eliminazione e la riduzione della spesa militare.
5. Il divieto di ingerenza negli affari interni di altri stati
Un altro principio fondamentale è che nessuno stato dovrebbe interferire con la sovranità di un altro. Tuttavia, Kant riconosce che esistono situazioni in cui un intervento potrebbe essere necessario per garantire la libertà e la pace.
6. Il progresso morale e la speranza nella ragione
Infine, Kant vede nella storia un progresso morale guidato dalla ragione. Anche se la natura umana è incline al conflitto, l’uso della ragione può condurre gradualmente l’umanità verso un assetto pacifico e giusto. Questo processo non è automatico, ma dipende dalla volontà degli uomini di costruire istituzioni giuste.
Qualcuno lo inoltri alla Ursula von der Leyen